BIOGRAFIA

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ROBERTO PELILLO ALLA RICERCA DEL “PELILLOPULOS ONIRIKOS”

"Roberto Pelillo nasce a Taranto nel 1953, da padre pugliese e madre emiliana; la famiglia si trasferisce nel ’58 a Modena. Da bambino, Roberto è ipersensibile, inquieto, turbolento, curioso; alle scuole medie manifesta uno spiccato interesse per il disegno ed il colore, tanto che nel ’66 partecipa ad un concorso di pittura per ragazzi aggiudicandosi il secondo premio.
Nel 1967 frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Modena, nella sezione “Ceramica”.
Nel 1968 gli interessi artistici si estendono anche al di fuori della scuola; partecipa ad una mostra collettiva al Bowling di Modena ed esegue un bassorilievo in cemento per il Mammut Club di Modena, che segnano l’inizio della sua attività d’Artista.
Nella primavera del 1969 partecipa a numerosi concorsi di pittura estemporanea in provincia, aggiudicandosi qualche buon piazzamento e qualche premio-acquisto. Dipinge nelle piazze, dal vero, con una tecnica particolare: gessetti e inchiostri di china colorati; velocissimo nella scelta di inquadratura e nell’esecuzione, ottiene un’atmosfera vagamente metafisica nelle sue prime tele. Fino a tutto il 1970, Pelillo continua con i concorsi di pittura e con gli esperimenti in studio. Sono gli anni della contestazione e della sperimentazione: da una parte la scuola, dall’altra le mostre visitate, portano a disegnare in modo figurativo, con inchiostro di china e pennino, compiacendosi del dettaglio e del virtuosismo grafico curvilineo e sensuale, mentre con il colore trova necessario espandersi in modo emozionale con violenza e immediatezza, affascinato dall’”Action Painting” americana di Jackson Pollock. Nascono opere su legno, pannelli dove sperimenta, oltre ai colori ad olio, smalti sintetici, acrilici, paste sintetiche per intonaco, con le quali crea rilievi e nelle quali affonda pezzi di scarto di fonderia. Una di queste opere trova spazio sulle pagine della rivista “LE ARTI 1950-1970” e, sempre lo stesso anno, esce sulla Gazzetta di Modena, il primo lungo articolo interamente dedicatogli a firma di Sergio Poletti. Questo gusto per l’Informale da una parte e per il disegno dall’altra, lo porta a realizzare opere dove le esplosioni di colore assumono via via, sembianza di alghe e di pesci, trovando un senso figurato nell’interpretazione di “Fondi Marini”. Con questi “Fondali Marini”, nel 1971 tiene la sua prima mostra personale nel circolo A.M.C.M. di Modena, replicata poi nelle Biblioteche Comunali di Nonantola e nella Bibliteca Buon Pastore di Modena. Lo stesso anno allestisce una sua mostra a Ferrara nella Saletta Comunale. Inizia pure a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Bologna e apre un piccolo studio-bottega, “Pelilloarte”, a Modena.
Nel 1972 continua a dipingere “Fondi Marini”, sempre affiancati da disegni a penna, e da piccole sculture in terracotta. Inizia anche a stampare, con il linoleum, le sue prime opere di grafica, per il decennale dell’A.P.I. Modena, Associazione Piccole Industrie modenesi. In primavera è presente con una personale al Teatro Piermarini di Foligno, poi al FESTIVAL DEI DUE MONDI a Spoleto, dopodiché a Taviano di Lecce e, di ritorno, nuovamente a Modena.
Il 1973 inizia frenetico; dipinge una grande opera di quattro metri seguita da un’altra di otto metri, per committenti privati, poi le mostre personali a Napoli, Aversa, Reggio Emilia, Foligno, Milano Marittima. Terminata l’Accademia di Bologna dove si diploma in Scultura, esegue un grande dipinto avente per tema i “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse” per la direzione dell’ANONIMA PETROLI Emilia Romagna; con questa opera Roberto Pelillo inizia la sua fortunata serie di stilizzazioni equine che lo caratterizzerà per moltissimi anni a venire.
E’ il 1974, oltre alla bottega “Pelilloarte”, Pelillo tiene un corso di disegno e pittura in una scuola privata modenese.
Nel 1975 torna con una vasta produzione al Festival dei Due Mondi di Spoleto, affronta quindi una serie di opere molto impegnative che illustrano “Così parlò Zarathustra”, di Nietzsche, dalle quali nasce anche una “cartella-libro” di disegni in tiratura limitata di grande pregio e una importante mostra alla Galleria Ghirlandina di Modena.
Nel 1976/77 Pelillo disegna molto e dipinge poco, pubblica diverse cartelle di grafica, un mazzo di carte da “Briscola”, illustra copertine di libri. Nascono in questi anni dieci grandi olii che illustrano la “Genesi”, commisionatigli da un collezionista privato. E’ membro di Giurie in concorsi di pittura, scrive d’arte, organizza mostre, è direttore artistico, con Lucio Violi, dell’Arte Fiera di Sabbioneta (MN), dirige “Pelilloarte” che è divenuto Associazione Culturale.
Nel 1979, allentato l’impegno dell’Associazione Culturale, incrementa la pittura, la scultura e la ceramica; tiene mostre a Bologna e Sanremo, caratterizzate da cavalli sulla spiaggia, castelli di sabbia, oggetti abbandonati e figure femminili; terrecotte e ceramiche, anch’esse su questi temi.
Il 1980 vede le mostre a Milano, Bordighiera e ancora Sanremo, dove il Comune gli concede il Salone del Casinò Municipale. Nascono anche una serie di TAROCCHI, impressi a caldo su cuoio dal noto pellettiere Mauro Schedoni, serigrafie su stoffe, fusioni in bronzo come il “Trofeo Green Village” consegnato ai grandi del ciclismo italiano.
Nel 1981 l’Automobil Club Modena organizza il Primo Raid Ferrari d’Epoca: a tutti gli oltre 200 ospiti viene consegnata una litografia di Pelillo che rappresenta un cavallino alato; da questo momento inizia il periodo “Ferrarista” che accompagnerà l’artista per lungo tempo.
Nel 1982 Pelillo si trasferisce in una grande casa studio in campagna,
qui trova nuove energie creative e nuovi spazi mentali. Diverse opere risentono di questa nuova dimensione, le misure si dilatano, il colore è più luminoso, la pennellata più audace. Si ritrova uno slancio entusiastico che ci riporta, nella capacità creativa a dieci anni prima.
Nel 1983 espone nuovamente a Milano, presso la Galleria Selene, poi l’A.C.I. Modena organizza il FERRARI DAYS, il più importante raduno di Ferrari storiche a livello mondiale; in questa occasione Pelillo esegue per conto della Provincia di Modena un bassorilievo in bronzo, che viene consegnato alle autorità, ai partecipanti e, in forma ufficiale, all’ing. Enzo Ferrari.
La portata mondiale dell’iniziativa, i centoventi giornalisti accreditati, proiettano le opere di Pelillo, esposte per l’occasione al Real Fini Hotel, in una dimensione internazionale, tanto che, un mese dopo, sono esposte nei saloni della Ferrari France a Parigi a cura della Galleria L’ Art et l’ Automobile di Parigi e New York.
Siamo giunti al 1984: l’equipaggio della barca italiana “Azzurra” viene ricevuto a Modena. Pelillo esegue per conto degli sponsors un bassorilievo in bronzo, che viene consegnato allo Yacht Club Costa Smeralda, allo skipper Cino Ricci, a tutto l’equipaggio e al progettista dell’imbarcazione Valicelli. Nello stesso anno esegue un altro bassorilievo multiplo, dedicato ai due fiumi Secchia e Panaro, per conto della Provincia di Modena, che sarà donato agli ospiti che via via, arriveranno in visita alla città: dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio, della Camera, oltre alle delegazioni Cinese, Ungherese, Jugoslava, Australiana e tante altre che si sussuegono nel tempo. Sempre nel 1984, nell’estate, su invito del Ferrari Owners Club americano e con la collaborazione dell’ ANSA MARMITTE di Filippo Pola, vola negli Stati Uniti dove espone le sue opere a Laguna Seca e Carmel (California). Da questa sua prima esperienza oltre oceano, nascono i contatti per organizzare una grande mostra personale a San Francisco nel novembre successivo.
L’esposizione di Pelillo a San Francisco è dedicata all’”Auto Sportiva Italiana: Ferrari, Alfa Romeo, Maserati, Lancia” ed è patrocinata del Consolato Italiano, dall’Istituto di Cultura, dalla Provincia, dal Comune e dall’A.C.I. di Modena. Qui l’idea che le corse automobilistiche, il “Circo” della F.1, ripropongano in chiave attuale le gesta dei cavalieri medievali e delle loro “Giostre” si manifesta in opere dinamiche e comunque fedeli alla grande scuola d’arte Italiana.
Nel 1985 il Circolo Morelli di Squinzano (Lecce) lo ospita con una bella personale, poi l’Automobil Club d’Italia festeggia gli ottant’anni a Modena e Pelillo realizza “Night & Day” una cartella litografica dedicata all’evento. Con grande soddisfazione, un dipinto di Pelillo viene riprodotto nel libro “PILOTI, CHE GENTE” dell’ l’ing. Enzo Ferrari, pubblicato da Conti Editore, che lo ufficializza come uno dei migliori interpreti del mito “Ferrari” nell’Arte. Grazie a questo riconoscimento, le opere di Pelillo vengono accolte al Salone dell’Automobile di New York nel gennaio 1986. A maggio la città di Teramo, la Provincia e l’E.P.T. gli dedicano una importante mostra presso il Covitto Nazionale, inaugurata dall’On. Aiardi. Il Ferrari Club Sanremo ne organizza un’altra a Natale e l’ARCI-UISP gli commissiona una tiratura serigrafica che viene consegnata ai campioni nazionali di motociclismo durante il Motor Show di Bologna ’86.
Il 1987 vede complicati cambiamenti nella vita e quindi nelle opere di Pelillo.
L’artista ritrova temi pittorici non sportivi; cavalieri e draghi, ragione e ambizione, logica e libertà; un periodo difficile, complesso e introspettivo. Il Terziere di Borgo, a Massa Marittima (Livorno), gli dedica una grande mostra personale nella Sala Consiliare del Comune, presentata dal critico Dino Pasquali di Firenze che valorizza al meglio il lavoro degli ultimi tempi.
Il 1988 segna un felice cambiamento della vita sentimentale di Pelillo, che lo porta ad addolcire le tematiche e il colore nelle sue opere: le conchiglie, la ragazza sulla spiaggia, la profondità degli orizzonti, e ancora i cavalli, vengono disegnati a pastello e acquerello, leggeri, alati, un po’ trasognati. Il Comune di Marcianise (Caserta) gli dedica una importante mostra al Palazzo Monte dei Pegni; nello stesso anno Il Comune di Monteporzio Catone (Roma) gli dedica gli spazi della Biblioteca Comunale per una personale.
Il 1988 segna, purtroppo, la morte di Enzo Ferrari e, in autunno, per celebrarlo, viene organizzata a Modena, dalla Casa d’Aste Finarte, una grande asta di cimeli ferraristi che inserisce nel catalogo anche tre opere di Pelillo, aggiudicate poi ad appassionati collezionisti nord americani.
Nel 1989 Pelillo trova ispirazione nella Antica Fornace Venturi di Castelvetro di Modena; inizia la creazione di bassorilievi interessantissimi per l’arcaicità del segno grafico scavato nella materia semirefrattaria. Con queste opere trova vasti consensi dalla critica e dai collezionisti: l’attore Gianni Cavina gli inaugura una riuscitissima mostra ai “Molinelli” di Rioveggio (Bologna).
Lo stesso anno viene invitato ad esporre nel Primo Salone Italiano dell’Auto d’Epoca e Sportiva “The Italian Classic Car Show” a Modena.
Il 1990 vede l’artista impegnato a Marostica (Vicenza) nell’ambito della manifestazione “Incontro di Classe Ferrari”, dove, dal vivo, dipinge tre grandi pannelli per un totale di 15 metri quadri, che resteranno esposti prima nella famosa Piazza degli Scacchi, poi trasferiti nell’Areoporto Militare “Dal Molin” di Vicenza, aperto al pubblico per la prima volta nella sua storia.
Il Ferrari Owners Club Olanda gli dedica la copertina della loro rivista ufficiale.
Il 1991 inizia con una mostra personale delle opere ceramiche e disegni di Pelillo alla quidicesima edizione di ARTEFIERA BOLOGNA. Per l’inaugurazione della prestigiosa Collezione MARANELLO ROSSO a San Marino nel Palazzo Scrigno, si allestisce una nutrita mostra personale dove Pelillo presenta oltre ai dipinti, anche litografie e bassorilievi.
Nello stesso anno, continuano i successi artistici con l’invito ad esporre a CORTINA D’AMPEZZO, nell’Hotel Ancora, in occasione del secondo “Incontro di Classe Ferrari” dove vengono donate varie litografie dell’artista agli ospiti, primo fra tutti il pluricampione John Surtees, ospite d’onore.
Oltre alla mostra, Pelillo si esibisce in una estemporanea dipingendo in pubblico una grande opera dedicata alla Ferrari F40 dalla interpretazione dinamica.
Nel gennaio 1992 e nel gennaio 1993, Pelillo ripete con successo, la sua presenza in forma di mostra personale in ARTEFIERA BOLOGNA, presentando ancora ceramiche, refrattari e disegni a temi naturalistici.
Nel 1997 a Modena si celebra il Cinquantesimo della Ferrari Auto; Pelillo espone all’ Hotel Real Fini 10 grandi dipinti realizzati appositamente, che riscuotono pieno consenso da parte dei tanti personaggi del mondo dell’automobile; presenti tra gli altri il pilota argentino Froilan Gonzales,
il belga Swaters, l’americano Luigi Chinetti jr, Sergio Pininfarina e tante altre grandi personalità del mondo automobilistico mondiale.
Nel 1998, in occasione del Centenario della nascita dell’ ing. Enzo Ferrari, il figlio Piero organizza “L’ARTE E IL MITO” una mostra collettiva di pittura con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena nella prestigiosa sede di Palazzo Montecuccoli. Tra gli invitati ad esporre Pelillo è presente con un’opera dedicata alla mitica Ferrari Barchetta 166.
Dal 2003, raggiunti i cinquant’anni, Roberto Pelillo ritrova l’amore per la terra d’origine: Taranto, Gallipoli, la Puglia; rielabora i temi naturalistici, il mare, le spiagge, le conchiglie, i sogni infantili e i colori del Mediterraneo. Nel suo studio, nel centro storico di Gallipoli, l’origine greca e l’influenza spagnola della città ispirano la sua nuova ricerca del “PELILLOPULOS ONIRIKOS”.